Londra 2012, calcio: Giochi tabù per Brasile, l'oro è del Messico

Il Brasile deve rimandare l'appuntamento con il titolo olimpico, l'ultimo grande alloro mancante nella sua bacheca. La finale disputata nella storica cornice di Wembley (86.162 mila spettatori, compreso il presidente del Cio, Jacques Rogge) premia giustamente la grinta e la compattezza del Messico, formazione priva di stelle ma solida e compatta. Il 2-1 finale è un punteggio che non rende neanche giustizia fino in fondo alla formazione di Tena, autrice di una gara quasi perfetta, ad eccezione dei minuti di recupero. Se questo è il Brasile che si presenterà al Mondiale casalingo nel 2014, allora il popolo verdeoro deve iniziare a preoccuparsi.

L'inizio della gara è da incubo per i brasiliani. Sono passati solo 40" infatti quando il terzino destro Rafael, pressato da un avversario, rischia un debole passaggio orizzontale verso Sandro. Sulla traiettoria si intromette Peralta che ruba il tempo e trafigge un non del tutto incolpevole Gabriel sul primo palo, tra lo stupore generale. Il Brasile fatica a reagire ed il Messico controlla. Quella messicana è un'orchestra che suona alla perfezione il proprio spartito mentre i brasiliani sono un gruppo di solisti che, saltuariamente, cercano di combinare con qualche estemporanea triangolazione. Come al 19', quando Damiao scende sulla sinistra e mette in mezzo per Oscar: ma il nuovo centrocampista del Chelesa tira debolmente fra le braccia di Corona.

Alla mezz'ora Menezes decide di sostituire il claudicante Alex Sandro con Hulk, centravanti decisamente più potente rispetto ai leziosi Damiao e Neymar. Il bomber del Porto entra subito in partita ed al 37' una sua sassata dalla distanza mette in grande difficoltà il portiere messicano che prima non trattiene e poi salva alla disperata sull'accorrente Damiao. Due minuti prima, però, il Messico aveva sfiorato il raddoppio con una rasoiata di Salcido a completamento di una bella azione corale partita nella propria metacampo. Prima del'intervallo c'è ancora il tempo per vedere una conclusione in corsa di Marcelo al 40' che si spegne a lato e per il primo acuto di Neymar. Il tiro del gioeillino del Santos però è deludente, esattamente come la sua prestazione nella prima frazione di gara.

Ad inizio ripresa il Brasile entra in campo con piglio ben diverso. Prima è Hulk a seminare il panico nella difesa messicana, poi al 47' Neymar dal limite sfiora la traversa ed un minuto dopo viene fermato davanti al portiere dal muro dei centrali messicani, dopo un bel pallone lavorato da Damiao. Al 63' il Brasile rischia la capitolazione definitiva a causa di un inusuale errore di Thiago Silva. L'ex centrale del Milan si fa soffiare la palla da Peralta, la sfera si impenna ed il messicano si inventa una rovesciata che si stampa sulla traversa. Dopo una prima parte di ripresa convincente, la formazione di Menezes torna a squagliarsi di fronte all'agonismo ed all'ordine tattico dei messicani. Al 71' un'uscita completamente a vuoto del nuovo acquisto milanista Gabriel consente a Fabian di sfiorare il raddoppio.

L'appuntamento con il giusto 2-0 messicano è rinviato solo di qualche minuto ed è lo specchio della poca organizzazione dei verdeoro. Punizione dalla trequarti di Fabian e Peralta, lasciato completamente solo, trafigge Gabriel, aprendo le porte del Paradiso al Messico perché la rete segnata da Hulk nel recupero conta solo per le statistiche visto che Oscar all'ultimo pallone utile, spreca di testa l'occasione del 2-2. Giusto così.

BRASILE - MESSICO 1-2

Reti: 1' e 74' Peralta, 91' Hulk.

BRASILE: Gabriel, Rafael (84' Lucas), Thiago Silva, Juan Jesus, Marcelo, Sandro (70' Pato), Romulo, Alex Sandro (31' Hulk), Oscar, Neymar, Damiao. All: Menezes.

MESSICO: Corona, Jimenez (80' Vidrio), Salcido, Reyes, Chavez, Herrera, Mier, Enriquez, Aquino (56' Ponce), Fabian, Peralta (84' R.Jimenez). All: Tena.

Arbitro: Clattenburg (Ing).