Arrestato Armando Cusani sindaco di Sperlonga
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- Pubblicato Lunedì, 16 Gennaio 2017 12:13
- Scritto da Eurofanta
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Ancora amministratori e dirigenti pubblici nel mirino della magistratura pontina. È scattata all’alba di lunedì una vasta operazione dei carabinieri di Latina per l’esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare nell’ambito di una inchiesta sugli appalti. Nel mirino una presunta associazione a delinquere cui vengono contestati altri reati quali la turbata libertà degli incanti e la corruzione. Una vera e propria cricca dedita agli appalti pilotati (quattro quelli individuati), ed un’amministrazione comunale - quella di Sperlonga - succube del politico i cui affari non andavano disturbati con le demolizioni degli abusi edilizi compiuti.
Cusani, già condannato
Nell’operazione denominata «Tiberio» che riguarda diversi comuni del sud pontino è finito uno dei nomi eccellenti della politica locale, l’esponente di Forza Italia Armando Cusani. Nato nel 1963, è attualmente sindaco di Sperlonga (carica che ricopre per la terza volta), dopo essere stato per due volte presidente della Provincia di Latina. Incarico, quest’ultimo, abbandonato anzitempo per effetto della legge Severino dopo la condanna per abuso d’ufficio e abuso edilizio.
L’hotel nefasto
E l’attuale inchiesta prende proprio il nome «Tiberio», lo stesso dell’albergo a Sperlonga di cui Cusani e compropietario insieme al suocero, immobile dalle cui anomalie sono partite le indagini che hanno creato non pochi problemi all’esponente di Forza Italia.
La storia
Gli arresti sono scaturiti da un’indagine avviata dai carabinieri e coordinata dal sostituto procuratore Valerio De Luca, a seguito del mancato intervento da parte del comune di Sperlonga sugli abusi edilizi connessi alla realizzazione dell’albergo «Grotte di Tiberio». Le indagini avrebbero accertato l’inerzia dei responsabili dell’ufficio tecnico del Comune che si erano succeduti nel tempo, nell’avvio della procedura di ripristino dello stato dei luoghi, nonostante fosse evidente l’esistenza di un abuso edilizio emerso durante e dopo la realizzazione dell’albergo, peraltro sancito da una sentenza di condanna emessa dalla Corte di appello di Roma nel 2014. In questa circostanza era stata ipotizzata anche la corruzione in capo proprio ai responsabili dell’Ufficio Tecnico locale.